La diffusa convinzione contemporanea è di tollerare e accettare le situazioni senza giudicarle, senza commentare, e lasciare che le cose siano come sono. In questo modo tutto va bene. In questo modo si pensa di proteggere la libertà personale.
Gesù disse: “conoscerete la verità e la verità vi farà liberi.” (Giovanni 8:32). Vivere pienamente la propria libertà implica conoscere la verità riguardo le varie situazioni e riguardo se stessi. Ma molte volte la verità è scomoda. Meglio ignorarla.
Conseguentemente, nella ricerca della relazione con Dio, nell’approfondire temi spirituali e della fede in generale si preferisce orientarsi verso promesse di benessere. Lo stesso accade nell’ambito più specifico nel cammino cristiano. Si preferiscono ambienti che ci fanno sentire bene, che ci fanno stare bene, anche solo per qualche ora, giorno, settimana. Un ambiente confortevole, dove poter ascoltare un messaggio che non sia troppo scomodo, che parli di successo, di vittoria, di conquista, possibilmente tralasciando tutte quelle implicazioni descriventi il sacrificio, le rinunce, le scelte di obbedienza alla parola di Dio ad esse collegate.
Dio è il Padre buono (Luca 11:11-13) e dà cose buone e per il bene dei propri figli; Gesù invito i suoi uditori a guardare gli uccelli del cielo e i gigli dei campi per comprendere come Dio si prende amorevole cura dei bisogni delle sue creature, ma anche aggiunse “cercate prima il regno e la giustizia di Dio e tutte queste cose vi saranno date in più.” (Matteo 6:33) enfasi aggiunta (ndr).
Quello che spesso accade e viene diffuso in una dinamica di “copia-incolla” è il predicare un messaggio che enfatizza esclusivamente gli aspetti che possano far sentire a proprio agio l’uditorio, della serie: “Gesù ti darà tutto quello che desideri, tutto quello che stai cercando” (sic e simpliciter, lavoro, denaro, carriera, auto nuova, casa più grande, ricchezza, salute, e prosperità). Nel caso ciò non accadesse, la responsabilità viene trasferita dal predicatore all’uditore per la sua mancanza di fede e correlata disubbidienza.
la parola di Dio è come una spada che penetra fino nel profondo (Ebrei 4:12), essa giudica e mette a nudo i nostri pensieri, i nostri comportamenti, ci fa a volte sentire scomodi per rivelare quello che Lui stesso vuole correggere. Lo Spirito di Dio parla, lo scopo principale della parola di Dio non è quello di approvare gli stili di vita delle persone per farli sentire bene, ma piuttosto di convincere riguardo al peccato e al giudizio per correggere. Questo ci fa sentire scomodi, ma ci porta a cercare Gesù, il suo perdono, la sua grazia, il suo abbraccio, il suo amore. Egli rende la vita nuova, rigenerata, ma per farlo ci fa sentire scomodi.
Fate dunque morire ciò che in voi è terreno: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e cupidigia, che è idolatria.
Per queste cose viene l’ira di Dio [sui figli ribelli].
E così camminaste un tempo anche voi, quando vivevate in esse.
Ora invece deponete anche voi tutte queste cose: ira, collera, malignità, calunnia; e non vi escano di bocca parole oscene.
Non mentite gli uni agli altri, perché vi siete spogliati dell’uomo vecchio con le sue opere e vi siete rivestiti del nuovo, che si va rinnovando in conoscenza a immagine di colui che l’ha creato.
Colossesi 3:5-10